In Patagonia
Una
processione tutta vestita di scuro, se non nero. Solo una bambina bionda di quattro
anni con la gonna rossa, le calze gialle e la camicetta bianca, risalta tra le
preghiere e il sole limpido di maggio. Il mio Pà mi fece vedere la fotografia
una sera che pioveva.
- Erano le prove per il suo funerale, ma
non si poteva immaginare. Tua sorella, nata prima di te, prima di tutto, è
morta quell’agosto. Prima. Presto.
Più che le sorti del mondo, che da est a
ovest ragazzi radiosi volevano cambiare, in casa nostra furono le sorti di
Gisella a modificare la vita. Io venni dopo, mi ripararono dai torti e dai
dolori, senza impedirmi di correre e sporcarmi d’erba e terra ma lavandomi le
ginocchia dal sangue rappreso nelle tarde sere. Pà e Mam, che già patirono la
guerra prima della redenzione di benessere e civiltà che toccò anche il nostro
paesino disperso nelle carte, si avviarono a una nuova, sconosciuta e
interminabile pena che in parte io sconto ancora oggi, che loro non ci sono
più. Riversarono tutto su di me con l’idea di salvarmi, anche se non sapevano
da cosa o forse, ma certo, la morte.
(continua)
Giorgio Genetelli
N.D.A - Questo è l'inizio di una storia che apparirà su i racconti Arbok Group, ma non si sa ancora in quale mese.
Il protagonista pensa a come affrontare un tema decisivo per sé, ma che riguarda tutti. Un omaggio a Osvaldo Soriano.
Se mi dimenticassi di pubblicarla, ricordatemelo.
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