Le fatiche di Arbok

All’atto pratico, i racconti Arbok sono un impegno a favore di persone che hanno qualcosa da dire e lo vorrebbero divulgare con una forma letteraria, per il piacere di essere letti e per dare il piacere di leggere. L’editore Franco Lafranca insegue con ostinazione i suoi ideali, continua a credere che la bellezza non debba avere un prezzo inarrivabile, che i libretti possano essere a portata di tasche, che il laboratorio sia aperto a un collettivo informale e estensibile. Gene coordina.

Quindi, per spiegare cosa significhi un libro al mese nelle cassette postali degli abbonati, spieghiamo il procedimento che sta dietro a tutto questo.

1 – Uno scrittore spedisce un testo.
2 – Gene apre l’email, scarica il file.
3 – Gene risponde che leggerà il testo.
4 – Gene legge e passa a Franco il testo per un altro parere (a volte, la lettura si estende a qualcuno del Collettivo, Walter, Francesco, Fabiana, Solange o altri).
5 – Raccolti i pareri, Gene propone le eventuali suggestioni all’autore (spesso, i racconti spediti sono già perfetti, ma capita che si debba proporre un editing).
6 – Una volta deciso che il testo è pronto, si stabilisce la data di uscita e poi lo si passa a Gabriele per l’elaborazione del dipinto su misura che fungerà da copertina (Gabriele lavora in completa autonomia, nel senso che decide lui come interpretare artisticamente il testo).
7 – Pronto il testo e il dipinto, vengono dati a Coc, il grafico che impaginerà il tutto.
8 – Coc ci manda la bozza del lavoro, Frank e Gene controllano se non sopravvivono refusi e se i colori sono fedeli all’originale (e altri dettagli che non ci dilunghiamo a spiegare).
9 – Una volta dato il via libera, Coc consegna alla tipografia Stazione, che procede alla stampa, non prima di averci sottoposto la prova e ottenuta l’approvazione.
10 – Gene e Frank vanno in tipografia e ritirano le copie del libro, le portano in stamperia.
11 – Gene scrive la letterina di accompagnamento, Frank stampa le trecento copie necessarie.
12 – Gene e Frank aggiornano gli indirizzi, preparano le etichette e le stampano.
13 – Frank prende le buste gialle e vi appone francobolli e timbro di Arbok.
14 – Frank e Gene incollano etichette, infilano nelle buste lettera e libro (a volte anche la polizza di versamento o arretrati per nuovi abbonati).
15 – Frank e Gene vanno alla Posta e spediscono.

Questo è il minimo, che non tiene conto degli intoppi personali e collettivi (per non dire delle presentazioni pubbliche), per fare in modo che gli abbonati abbiano a casa nella prima settimana del mese il racconto Arbok nuovo di zecca. Per 60 franchi l’anno, 12 libri per i quali bastano i pochi passi dalla bucalettere alla casa.

Ebbene, per ora siamo a 300 abbonati, che con tutto il rispetto per chi è fedele da tre anni a questo progetto “leggermente” no profit, non ci bastano per campare, anche perché sussidi da Pro Helvetia non ne abbiamo ricevuti e dal Cantone, a oggi, ci sono stati elargiti 1200 franchi,  che coprono a malapena un libretto su dodici.

Questo non è un lamento, ma una richiesta di aiuto e uno spunto alla conoscenza del lavoro che questa opera richiede. Siamo al terzo anno, ma se non raggiungiamo almeno 400 abbonati, l’anno prossimo chiudiamo, e con noi si chiude anche la possibilità di pubblicare inediti di persone che amano la scrittura, ma che nel mondo frenetico di oggi trovano lo stesso spazio espressivo di un elefante in cucina.

Qualcuno chiederà: Chi ve lo fa fare? Non sappiamo. Forse questo impegno assomiglia a quello di tirar su figli: non stai lì a pensare a una qualche ricompensa, ma alla gioia seria di vedere che qualcosa che viene da te cammina sulle sue gambe e si fa onore nella vita con dignità. Vai avanti anche se ti sembra di non farcela.
Fine del lamento.


giorgio genetelli

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