Le castagne sono pronte (novembre)

(Quadro a olio di Gabriele Zeller - Testo di gene)
Da Moghegno al formicaio parigino il passo era troppo grande e nemmeno i tre giorni di viaggio e le numerose fermate di un treno affaticato lo avevano preparato alle differenze. Colto di sorpresa da tutto quel vortice, si perse nel trambusto e si incagliò in una taverna di Montmartre, dalla quale riemerse dopo una settimana di bevute monumentali e sonni agitati. La quarantena sciolse l’inquietudine e Sergio recuperò la grinta per quello che doveva: lavorare per dimenticare la miseria e i fiori lasciati nella valle lontana. Al momento di decidere per l’emigrazione pensò che gli sarebbe bastata Ginevra, ma quando la vide ondeggiare sul lago trafitta da pioggia e soffocata di nebbia si disse che nemmeno morto si sarebbe fermato lì. I risparmi bastavano per viaggiare fino a Parigi e ne avanzarono pure per quei sette giorni di dissoluzione dell’anima nostalgica. Era pronto.

(continua)



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