Squietitudine - Racconto di marzo
In disdicevole ritardo, ma in anticipo sulle arretratezzedel mondo, ecco il racconto di marzo, in viaggio per le vostre bucalettere.
Fori nei prati e nei capelli, la
primavera scaccia questo inverno sommerso dalla neve
(no?). A modo nostro, un
fiore di racconto, scritto da una lettrice fedelissima e all’esordio come
autrice: Benedetta Giorgi Pompilio. Una storia sorprendente che scava nei
pregiudizi e nella mancanza di empatia, e che regala nel titolo un neologismo
preciso: Squietitudine. Un sentimento
finora privo di nome ma che conosciamo e che la storia delinea con delicata
asprezza. Un breve viaggio in treno che…
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Testo di Giorgi Pompilio - Immagine di Zeller - Grafica di Demarchi |
(…) Le
lacrime mi imbarazzano, direi di più, mi irritano. Tutti nella vita abbiamo le
nostre croci, santo cielo, che bisogno c’è di dar sfoggio del proprio dolore,
piccolo o grande che sia. E in un luogo pubblico, per giunta! Anche se lo
scompartimento di un treno scalcagnato potrebbe garantire una certa
riservatezza. Comunque mi innervosisco, quei goccioloni mi colpiscono come una
pugnalata alle spalle: se si piange, se si deve piangere a tutti i costi,
allora che lo si faccia in modo chiaro, sfrontato, guardando negli occhi chi
poi dovrà affrontare queste lacrime… (…)
Nota di servizio: vi ricordiamo che questo vostro abbonamento è valido fino a
giugno 2017, quindi non rinnovate fino a quando ve lo comunicheremo. Vi restano
ancora tre racconti, oltre a questo. Poi partirà la nuova stagione 2017-2018,
con alcune novità. Comunicazioni in merito ad aprile.
Espletata la burocrazia, vi auguriamo un
godimento squieto.
Collettivo Arbok Group
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