Ramina, il racconto di marzo
Care amiche e cari amici, emeriti
naviganti santi e poeti,
con questo albo eccovi il ritorno di
Walter Rosselli. Permettete due parole su costui: traduttore,
linguista,
scrittore, viandante, libertario e attivista dell’umana commedia. Sì, okay, le
parole sono sempre più di due, ma del resto non saremmo scribacchini se così
non si facesse.
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Ramina - Immagine di Gabriele Zeller, testo di Walter Rosselli |
Il Rosselli torna con Ramina, un racconto che parte dal ciòss
da ca’ d’ava per impigliarsi in tutti i reticolati che cingono questo postaccio
in cui viviamo (o razzoliamo). In dialetto di Preonzo sarebbe Airamini (che il
Rosselli non dimentica di trascrivere). È quel posto fisico e dell’anima dove ci
costringono per controllarci o per sfruttarci. La Ramina è anche il mezzo per
cintare proprietà private o Nazioni intere, una sicurezza e nel contempo una
prigione. Nel caso del racconto di marzo, è una rete da pollaio, come quella
che descrive Blue Lou Marini in Blues Brothers.
Nemmeno le nostre galline uscivano in giardino. E non potevano neppure
stirare il collo attraverso la rete per beccare quella che stava fuori, perché
la nostra raminata aveva le maglie più strette di quella dei nonni.
In un recinto le galline dei nonni, nell’altro le nostre e nel giardino
le verdure, i fiori e gli alberi da frutta.
Il mondo, insomma, resta fuori, con i
suoi pericoli ma anche con tutte le sue bellezze da cogliere per rendere la
vita meno scontata e più divertente.
Il Rosselli ci vorrebbe come galline
alla riscossa, invece che pecore (ma questa è una considerazione di nostro
pugno). Zeller si è superato, con la gallina che becchetta sul nostro teschio.
Vedete voi. Però leggete, per il puro
e semplice piacere.
[i] Appuntamenti con il Collettivo
Arbok Group:
- Biblioteca
Cantonale di Bellinzona, martedì 5 aprile 2016, ore 18.30
- Ristorante
Defanti a Lavorgo, venerdì 8 aprile 2016, ore 18.30 circa
Seguiranno
comunicazioni dettagliate.
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