Tra casa, chiesa e scuola - Trailer

Tra casa, chiesa e scuola - Copertina di Gabriele Zeller e Coc Demarchi
Si dice Martini, si pensa a Cavergno, paese letterario. Alessandro, sulle orme di Plinio, traccia un sentiero di memoria in bilico tra prosa e poesia. Dallo scalone ai tralicci dell’alta tensione, tra volti perduti e rimembrati, una schiera di emozioni sfoderate dal fondo di un altro sacco.

Il racconto di maggio, Tra casa, chiesa e scuola, è un passo avventuroso nello stile e nella poetica. L’autore è Alessandro Martini, uomo a noi molto caro e scrittore di eccelsa qualità, che ha scritto un testo di reminiscenze potenti e garbate, con una forma che non è quella classica dei nostri testi, ma è una poesia raccontata. O, per dirla come il sottotitolo dell’opera, un Racconto in versi.
Sfidando il padre Plinio (anche se la competizione non sarà mai dichiarata), Alessandro ne supera in profondità e veste la capacità poetica, affiancandolo in quella prosa “cavergnese” che fece di Plinio uno, se non il più grande, dei grandi romanzieri ticinesi del ventesimo secolo. Non inganni la brevità del testo: dentro c’è un mondo trascorso che ancora preme nel cuore di Alessandro e nei nostri, un mondo che si pianta nel presente per lanciarsi nel futuro come paradigma di una semplicità vibrante che dalla profondità delle valli, in questo caso la Vallemaggia, si preparava a irradiare la cultura di un Ticino che da rurale si stava avviando alla conquista delle piazze e delle aule scolastiche. Se Plinio allargava la sua letteratura alla politica (in questo senso, Nessuno ha pregato per noi è stato un potente e profetico manifesto di dissenso contro le aberrazioni del progresso), Alessandro parte dall’intimo alla conquista del mondo e delle sue ragioni.
Un esempio? Paese così, stesso titolo di una poesia di Plinio che Alessandro sviluppa tenendo la mano al padre e toccando i nostri cuori.

Paese così
Appena maestro, ventunenne,
ancora sistemato presso i suoi,
dalla finestra di cucina
scrutava le gocce rincorrersi
con uguale distacco
sui fili del telefono,
le pozzanghere sulla strada
specchiare la nuvolaglia,
uno sparuto passero svolare
dal pino al pero e così senza volere
far sgrondare la rama,
calare ancora qualche foglia smorta.
Era l’ottobre del ’44,
era tempo di guerra, di uniformi
smesse e rimesse. Era in congedo,
tra due soggiorni in cliniche militari:
Flüelen sul lago dei Quattro Cantoni,
Lenk fra i monti dell’Oberland,
pascoli di vacche grasse,
bianche e rosse e pacifiche.
Ovunque si portava il suo paese
troppo più bello, migliore, diverso
fosse anche còlto nel più grigio autunno
e tutto passava attraverso
il filtro incantato, caprigno,
della sua origine.
Scriveva alla morosa:
scusa il romanticismo.

Ma basta con il disvelare: a inizio maggio avrete tra le mani il libro, con la copertina realizzata nel solito modo mirabile da Gabriele Zeller, giovane uomo che ha saputo cogliere l’essenza della storia di Alessandro. Che dice, dell’immagine: vi vedo la via lattea.

Per ulteriori emozioni, appuntamento a tutti il 21 maggio alla Biblioteca di maggia, per una serata alla quale parteciperanno gli autori dell’Arbok Group, oltre allo stesso Martini. Sarà l’occasione per conoscere anche Distrazioni, la raccolta di poesie che Martini ha pubblicato per ANAedizioni di Franco Lafranca.


gene

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